giovedì 19 gennaio 2012

Evasione Fiscale

articolo tratto da Fiscal Focus

Caro Antonio, e caro Fiscal Focus,

oggi si sente tanto parlare di evasione fiscale, con tanti e variegati commenti, ma nessuno, a mio modestissimo giudizio, centra il vero punto della questione. Nel nostro Paese l’evasione fiscale è un fatto culturale: in generale si può affermare che non c’è norma che tenga, legislazione perfetta, pena minacciata, circolare ministeriale chiara se nella mentalità del popolo che la riceve, che ne è soggetta e che la deve rispettare ed applicare, non c’è la sua convinta accettazione, cogliendosene un senso generale di equità. Una norma deve essere “sentita” dalla gente come “giusta” per essere al tempo stesso osservata ed applicata. Pagare le tasse non fa piacere a nessuno, ma se non c’è nemmeno questo “sentire” il contribuente continuerà a evadere o tentare di evadere. Non solo! Ma l’evasore fiscale non sarà visto come un “colpevole” agli occhi della gente ma, addirittura, come un eroe moderno che ha trovato il modo di disapplicare quella norma avvertita come iniqua, ingiusta, insopportabile e vessatoria. Quali i motivi di questa avversione?Sono tanti. In breve potrei dire: 1. Che fine fanno i miei soldi? Pagare le tasse è come corrispondere la quota condominiale: più è grande il mio appartamento più devo contribuire alle spese dello stabile (concetto giusto ed equo). Ma se il mio amministratore non provvede alla manutenzione dell’ascensore, alla pulizia delle scale, a riparare le buca delle lettere, allora mi viene da dubitare sulla bontà della concreta applicazione della norma. 2. Se poi, aggiungo, si decidesse nel medesimo condominio di abbellirlo con un grande giardino, piantando belle piante, aiuole di fiori colorati e profumati, e mi accorgo che l’amministratore non solo impiega anni per fare quello che si potrebbe fare in pochi mesi, ma addirittura spende il triplo e poi, infine, lo abbandona e non provvede alla sua manutenzione… 3. Sempre nel medesimo condominio, sebbene nella quota condominiale è inclusa la spesa della vigilanza, sono costretto a pagare il pizzo al “portinaio”: dice che così mi assicura la guardiania e così nessuno mai entrerà in casa a derubarmi o altro.4. Ancora. Subisco un danno e il condominio mi deve risarcire: dopo anni non si sa chi, come e dove sarò pagato!5. Infine il mio amministratore, con lo stipendio da “amministratore” si può permette il lusso di viaggiare in una berlina mega, oltre i 3.000 di cc, e pure con l’autista, parcheggiandola nel cortile dove, con una delibera assembleare avvenuta con un colpo di mano, si è riservato un posto privilegiato… I motivi potrebbero continuare, ma gli esempi possono bastare. Ecco, io mi chiedo che diritto ha uno Stato in cui la sanità è un pozzo senza fondo, per fare l’A3 si stanno spendendo fior di quattrini e non sappiamo quando sarà conclusa, la delinquenza organizzata mi mette alle strette e non mi consente di svolgere il mio lavoro serenamente e proficuamente, per la costruzione di una qualsivoglia opera pubblica vengono spesi soldi in modo vergognosamente esagerato e per la cui realizzazione ci vogliono secoli, in cui lo Stato è il peggior pagatore di tutta la nazione ed al tempo stesso l’esattore più spietato e feroce, in cui per ottenere la mia sacrosanta sentenza in un giudizio instaurato in Tribunale ci vogliono decenni, con buona pace di tutti, in cui i miei figli a scuola non hanno aule, palestre, piscine, in cui i parlamentari pure accusati di gravissimi reati hanno diritto di continuare a sedere tra gli scranni del parlamento fregiandosi del titolo di ONOREVOLE (quando l’onore non sanno nemmeno cosa sia e dove sta di casa…), che diritto ha, mi chiedevo, questo Stato di esigere i tributi? Ma stiamo scherzando o non ci rendiamo conto?Abbiamo superato ogni limite dell’umana decenza, solo che ormai siamo talmente assuefatti da questo stato di cose che non ce ne accorgiamo più; anche nell’approfondimento della Dottrina Sociale della Chiesa ci si chiede (vedi di Gino Concetto il suo breve scritto sull’Etica fiscale – 1995) fino a che punto è giusto pagare le tasse. C’è’ qualcosa che non va.

Né si possono fare paragoni con la pressione fiscale di altri Paesi! Ma ci siete stati nei paesi scandinavi, o in Germania? Quali sono i servizi sociali, sanitari, scolastici che quei paesi offrono?Si potrebbe obiettare che è come tentare di capire se è nato prima l’uovo o la gallina… Nel senso: è lo Stato che non è in grado di assicurare i servizi essenziali perché non ha gettito fiscale (e quindi risorse) sufficiente, o sono i cittadini che non pagano le tasse perché non hanno servizi adeguati?Ecco che allora è un fatto culturale, di mentalità: lo Stato deve fare la sua parte, chi lo rappresenta deve essere al di sopra di ogni sospetto quanto a moralità, onestà e comportamento etico, prima di tutto e poi anche quanto a competenza, professionalità e dedizione. Deve darmi risposte quando mi necessitano, servizi ed assistenza all’occorrenza.

Allora non ci sarà bisogno di irrogare multe megagalattiche per far capire ai cittadini/contribuenti che le tasse debbono essere pagate e solo allora l’evasore sarà visto come un “colpevole” da condannare. E non c’è pubblicità che tenga!
Autore: Dott. Giuseppe Costanzo

Nessun commento:

Posta un commento